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Alati
«In Alato, grès del 2012, e nel successivo Senza Titolo, grès del 2013, le forme astraggono, assumono una dimensione propria di nuova artificialità, ravvisabili in alcuni schizzi preliminari dell’autore richiamando alla mente Hermann Hesse: [Narciso (abate) a Boccadoro (ex-discepolo)]: “[…] tu hai parlato di immagini originarie, d’immagini dunque che non esistono in nessun luogo fuorchè nello spirito creatore, ma che possono essere attuate e rese visibili nella materia, Molto prima che una figura artistica diventi visibile ed acquisti realtà, essa esiste come immagine nell’anima dell’artista! Questa immagine, dunque, questa immagine originaria è esattamente ciò che gli antichi filosofi chiamano idea.”1 In tal modo nasce questo nuovo mondo partorito dalla fantasia dell’artista che popola l’immaginario e la realtà tangibile con una cifra del tutto originale, con opere belle (parola del tutto inusuale nella critica d’arte), ben fatte (idem), di grande fattura artigiana (ancora!), […]» 1H. Hesse, Narciso e Boccadoro, Milano 1989, p. 244 Dalpozzo Tiziano, Manualità, tecnica e sperimentazione: la ceramica di Leverone, “La ceramica moderna & antica” aprile-settembre 2016, p. 14-17
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