Elementi di Ispirazione

«“Un fiore, un seme, lo sviluppi e ne costruisci un archetipo” ricorda lo stesso artista. […] Ma il suo non è solo un discorso di forme, la sua ricerca si sviluppa infatti soprattutto sui materiali e sulla sperimentazione nella ceramica e in special modo nel grès, dove l’impasto viene portato a temperature elevatissime (intorno ai 1300°C). […] Leverone con questo materiale [la terra, ndr], nonostante la difficoltà di lavorazione, ottiene forme eteree ed effetti cromatici caldi, in più l’acquisizione attraverso gli anni di una tecnica di cottura praticamente perfetta gli permette di conferire alle terre – quasi fosse un alchimista medioevale – una consistenza ed una sonorità quasi metallica. Offrendo inoltre soluzioni estreme anche sotto l’aspetto delle superfici scultoree; un risultato che si è sviluppato in tre momenti successivi. Nel ‘92 il monocromatismo delle terre vede interventi con tipi di argille differenti per creare un movimento anche cromatico sulle superfici, da questa ricerca esce via via una sorta di trama che accompagnerà diverse opere sia in grès che in bronzo (come ad esempio il Bronzo monolitico), infine si giunge alla presenza di due superfici ben distinte tra loro e caratterizzate, la prima dalla lucentezza e dalla linearità, la seconda da quella specie di “pelle” ruvida e quasi viva. Di pari passo con la ricerca sui materiali si è anche sviluppata quella sulle forme. Se inizialmente, come accennato in precedenza, vi era un richiamo naturalistico più evidente, il discorso si è fatto sempre più essenziale, concentrandosi in modo particolare su linee che definiscono spazi idealizzati in cui la ricerca, l’attenzione e la cura alla superficie scultorea punta a una resa estetica ma anche contenutistica. […] Per Leverone la scultura non va solamente vista ma anche vissuta. […] Ed è proprio questo dualismo a trasmettere alla scultura una dinamicità che ne amplia gli orizzonti. Dinamicità che trova il suo apice in “Raku”. Qui le sfumature avviluppano ed accompagnano la forma scultorea rendendola viva. A un rigore estremo della forma corrisponde un cromatismo ed una superficie perfetta anche sotto l’aspetto della resa di questa antica tecnica orientale. E nell’osservarla sembra che l’opera sia ancora incandescente con quelle tonalità di fuoco e quelle superfici in cui il magma è rimasto come imprigionato per magia.» Francou Carlo, Slanci di vita nella materia: sviluppi un fiore, un seme e ne costruisci un archetipo, “Osservatorio Arte”, Piacenza, 2000.

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