Natura

Verso i primi anni ‘70 si manifesta in Leverone un forte interesse per le forme vegetali, rielaborate in macro scala. Questi ricorrenti soggetti di matrice organica trovano un’efficace e, insieme, ironica rappresentazione in numerose ceramiche, ispirando nei primi anni ‘80 la serie di opere incentrate sul tema della sezione
della mela. In tutti i casi la matericità delle superfici viene esaltata dalla opacità degli smalti. Inizialmente realizzate con terra semi refrattaria cotta a 950°C e successivamente con argille da grès cotte a 1290°C. Modellate a mano con la tecnica a “lamelle”.
«Non sempre la scelta del materiale attraverso cui esprimersi è dettata da sole esigenze funzionali, talvolta nasce da più profonde motivazioni, insieme istintive e concettuali, la cui carica emozionale rischia di esaurirsi nell’atto stesso di creare e di rimanere esclusivo “sentire” dell’autore se egli stesso non avverte l’urgenza di estenderla ad altri. Adriano Leverone dimostra appunto di possedere la capacità di trasmettere all’opera la forza della suggestione che l’ha determinata dotandola di una vitalità interiore che ne fa soggetto comunicante.» I frutti perpetui: sculture di Adriano Leverone, a cura di Gloria Cosi e Roberta Fiorini. Faenza, 1985.

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