Terra e Mare

A partire dagli anni ‘90 i suoi iniziali riferimenti tematici perdono evidenza e la sua ricerca tende ad approdare verso forme essenziali. In questo periodo realizza una serie di opere caratterizzate dal rigore plastico delle forme concave e convesse e da un’interazione tra la loro interna vitalità e il contesto esterno. Sono sculture giocate sulle contrapposizioni tra elementi cromatici caldi e freddi. Un dialogo fra vita interna e quella esterna.

«La straordinaria capacità dell’artista di dialogare con la terra risalta in un gruppo di sculture in grès, la cui materia ruvida, sabbiosa, è inguainata in un reticolo di squame dalla superficie perfettamente liscia, quasi una pelle, un cuoio levigato, sovrapposto e perfettamente aderente. La solida stereometria di queste forme si palesa nel contrasto tattile della loro scorza, consentendo di scorgere, nella compatta geometria, reminiscenze organiche; sorta di scudi, gusci di ipotetiche testuggini, questi recenti lavori, nati da un programmato processo di rastremazione figurale, offrono la discontinuità delle loro superfici al variare della luce, traguardando un intenso, morbido cromatismo. Contrapposti elementi in perfetto equilibrio, come le due facce della medaglia: liscio-ruvido, positivo e negativo, freddo e caldo, ghiaccio e fuoco, risaltano solidali, come in un ossimoro in cui le antinomie si rimarginano esaltando a vicenda le intrinseche, discordanti qualità. Così nel gruppo di opere, alcune composte da due corpi rotanti, in cui si combinano il colore caldo della terra e la fredda, ghiaccia copertura dello smalto niveo, di un nitore ricchissimo di toni, mezzi toni e sfumature, frutto di una tecnica sapiente. Nel lavoro di Leverone nulla è casuale o improvvisato, tutto è attentamente, ossessivamente controllato e ridotto a una regola, ottenuta con attento, perseverante studio. Ne sono prova i molti campioni conservati nel laboratorio, diligentemente catalogati, testimoni dell’attività di continua sperimentazione dell’artista.» Terre ritrovate: Adriano Leverone, a cura di Riccardo Biavati. Certaldo, 2006.

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